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French to Italian: les deux bouts de la langue General field: Art/Literary Detailed field: General / Conversation / Greetings / Letters
Source text - French Au commencement était Babel, chacun connaît l'histoire : les hommes parlent une seule et même langue, dite "adamique", celle du premier d'entre eux. Puis ils se proposent de construire une immense tour destinée à pénétrer les cieux. Pareille architecture suppose que les hommes habitant le même élément que Dieu en deviendraient de facto les égaux. Cette volonté prométhéenne agit comme une autre formule du péché originel car, goûter du fruit de l'arbre de la connaissance, c'est savoir tout sur chaque chose, autrement dit, une fois encore, égaler Dieu. Il y eut une sanction pour le geste d'Eve, personne n'a oublié... De même pour celui des constructeurs de Babel: la confusion des langues. Dieu qui est amour, rappelons-le pour qui aurait la fâcheuse tendance à l'oublier, descend sur Terre pour constater de visu l'arrogance de ces hommes. "Il dit: "Voilà qu'à eux tous ils sont un seul peuple et ont un seul langage; s'ils ont fait cela pour leur début, rien désormais pour eux ne sera irréalisable de tout ce qu'ils décideront de faire. Allons ! Descendons et là, brouillons leur langage, de sorte qu'ils n'entendent plus le langage les uns des autres." Et Yahvé les dispersa, de là, à la surface de toute la Terre, et ils cessèrent de bâtir la ville" (Gen. 11, 6-7) - où comment semer la discorde... Dès lors, il y eut des langues, certes, mais surtout l'incompréhension parmi les hommes. De sorte que la multiplicité des idiomes constitue moins une richesse qu'une pauvreté ontologique et politique. On se mit alors à parler local, ce que d'aucuns célèbrent aujourd'hui comme le fin du fin. Je songe aux "nationalistes", plus justement nommés "indépendantistes régionaux", qui font de la langue un instrument identitaire, un outil de fermeture sur soi, une machine de guerre anti-universelle, autrement dit un dispositif tribal. Précisons que le politiquement correct passe souvent sous silence cette information qu'il n'existe pas une langue corse, une langue bretonne, mais des dialectes corses ou bretons, chacun correspondant à une étroite zone géographique déterminée par le pas d'un homme avant l'invention du moteur. Le mythe d'une langue corse ou d'un unique parler breton singe paradoxalement le jacobinisme honni, car lesdites langues régionales sont compartimentées en groupe de dialectes - j'eus des amis corses qui, le vin aidant, oubliaient un instant leur religion et leur catéchisme nationaliste pour avouer qu'un berger du cap corse ne parlait pas la même langue que son compagnon du cap Pertusato ! Babel, Babel…
Translation - Italian In principio era Babele, tutti conosciamo la storia: gli uomini parlano un'unica lingua, detta “adamica”, dal primo uomo. Poi decidono di costruire una torre immensa che possa penetrare il cielo. Una tale architettura implica che gli esseri che condividono lo stesso spazio di Dio diventino di fatto suoi simili. Questo desiderio prometeico agisce come una seconda formula del peccato originale in quanto, mangiare il frutto dell'albero della conoscenza, significa essere onniscienti, ovvero ancora una volta, paragonabili a Dio. Il gesto di Eva venne punito, nessuno ha dimenticato...allo stesso modo è successo per i creatori di Babele: il caos degli idiomi. Dio che è amore, ricordiamolo a tutti coloro che potrebbero avere la malaugurata tendenza a dimenticarlo, scende sulla terra per constatare di persona l'arroganza di questi uomini. Dice: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo é l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano piú l'uno la lingua dell'altro». E Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di edificare la città. (Gen. 11, 6-7). Come seminare la discordia...Da quel momento in poi esistettero si le lingue, ma soprattutto vi fu l'incomprensione tra gli uomini. In un modo tale che la molteplicità degli idiomi rappresenta più che una ricchezza una povertà ontologica e politica. Si iniziò quindi a parlare il dialetto, che alcuni oggi considerano come il non plus ultra. Penso ai nazionalisti, meglio noti come “indipendentisti regionali”, che fanno della lingua uno strumento identitario, un mezzo di chiusura in sè, una macchina da guerra anti-universale, in altre parole un congegno tribale. Precisiamo che il politically correct fa spesso passare sotto silenzio il fatto che non esista la lingua corsa, la lingua bretone, ma esistono i dialetti corsi o bretoni, ognuno di essi corrispondente ad una determinata zona geografica forgiata dal passo dell'uomo ancor prima dell'invenzione del motore. Il mito di una lingua corsa o di un unico accento bretone simula paradossalmente il biasimato giacobinismo in quanto i cosiddetti idiomi regionali sono suddivisi in gruppi di dialetti – avevo alcuni amici corsi che, con l'ausilio del vino, dimenticavano per un attimo la loro religione ed il loro credo nazionalista per ammettere che un pastore di Capo Corso parlava una lingua differente rispetto al suo amico di Capo Pertusato! Babele, Babele...
English to Italian: website General field: Other Detailed field: Tourism & Travel
Source text - English There’s a plethora of local products, branded by the fertile soil of Attica or the salty breeze – a breeze you can really taste -- of its islands.
Wine, honey, nuts, fruit, vegetables, olives -- all of unique taste and texture that rivals the best you ever had. Let alone the fresh fish that must only be prepared sauce-less: Charcoaled, with just a touch of olive oil and a squeeze of lemon. Seafood from the Saronic Gulf, care of Attica’s islanders, is a must have. Then, if you’re into sinful temptations, turn the bitterness of your return trip to sheer sweetness: Pack some amygdalota (almond cookies) from Spetses, or pure honey from Kythera. And don’t dare touch the famed Aegina pistachio nuts or you’ll get hooked big time. You simply can’t just eat a few.
If you order the mouth-watering “choriatiki” salad at a seaside taverna, expect no less than organic tomato from Vravrona, cucumber from Kalyvia, oregano and capers from Mount Hymettus, black olives from Megara, virgin olive oil from Troezen, red wine vinegar from Spata, onion and garlic from Marathon and feta cheese (note: not goat cheese, but sheep cheese, made on a Greek exclusive recipe) from Lavrio.
Pride yourself for knowing your wine. Don’t limit yourself to just a glass of retsina; some of the best wines in the world are produced here. After all, it was Homer who wrote about “the wine dark sea” and it was that naughty, old god, Dionysus, who invented wine, or at least the legend has it. And when in Athens, you’ve got to believe in legends.
Translation - Italian L’Attica vi stupirà grazie alla sua ricca varietà di prodotti locali, frutto del suolo fertile e della brezza marina delle sue isole, dal sapore piacevolmente salino.
Vino, miele, noci, frutta, verdura, olive. Una combinazione di sapori e odori del tutto unici. Per non parlare del pesce fresco cotto a carbone, insaporito solo da un filo d’olio di oliva e da una spruzzata di limone. Anche i frutti di mare del Golfo Saronico sono un must che non dovrete perdervi per nessun motivo. Se poi volete lasciarvi tentare da un piccolo peccato di gola, perché non fare una sosta sull’isola di Spetses per assaggiare i tipici biscottini alle mandorle, gli amygdalota, oppure sull’isola di Cerigo, patria del rinomato miele. Attenti però a non farvi tentare troppo dai pistacchi di Egina: il rischio di dipendenza si nasconde dietro l’angolo!
Se state ordinando un’appetitosa “choriatiki” in una tipica taverna di mare, non aspettatevi un’insalata qualunque: pomodori biologici di Braurone, cetrioli di Kalyvia, origano e capperi del Monte Imetto, olive nere di Megara, olio extra vergine d’oliva di Trezene, aceto di vino rosso di Spata, cipolla e aglio di Maratona e, per finire, feta di Lavrio (quest’ultimo non è un formaggio di capra bensì di pecora, prodotto seguendo una tipica ricetta greca).
Siate dei veri sommelier! Non limitatevi a degustare solo un bicchiere di retsina; alcuni dei migliori vini del mondo vengono prodotti in Grecia. Dopo tutto, fu proprio Omero a scrivere del “mare color del vino” e fu Dioniso, dio dell’estasi e della liberazione dei sensi, ad aver inventato il nettare degli dei, o almeno così narra la leggenda. E ad Atene, non potrete fare a meno di credere nelle leggende.
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Other - Translation diploma released from IATI
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Years of experience: 17. Registered at ProZ.com: Dec 2010. Became a member: Jul 2013.